Martedì 30 luglio 2024, dalle ore 11:30 alle ore 14:00, presso la Sala Convegni della Biblioteca Comunale di Latina "Aldo Manuzio", ingresso Piazza del Popolo n.14, per la presentazione della bozza del Piano Sociale di Zona 2024-2026.

Il piano è pubblicato sul sito del comune di Latina al seguente indirizzo: Comune di Latina - Piano sociale di zona 2024/2026 - bozza

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La riunione si apre con la presentazione del documento da parte del funzionario.

Il documento è il risultato di una standardizzazione della metodologia di pianificazione, ma presenta una limitata accessibilità sia per quanto riguarda la sua revisione e modifica, sia per la lettura. La sua comprensione risulta difficoltosa.

Il piano riguarda il triennio 2024-2026 e prevede aggiornamenti annuali. Siamo consapevoli che a dicembre dovremo aggiornare il piano per il 2025, in seguito a ulteriori incontri sulla progettazione a cui abbiamo partecipato e a un nuovo assetto organizzativo. Questo perché la Regione ha adottato la bozza del nuovo piano regionale con validità per il triennio 2025-2027. Al momento, stiamo lavorando con un piano regionale sostanzialmente scaduto, mentre entro la fine dell'anno dovrebbe essere approvato quello nuovo (la bozza è già disponibile sul sito della Regione). Alleghiamo qui la versione attualmente disponibile online al momento della stesura.

In questo documento ci sono i riferimenti ad una declinazione del welfare basata sui LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) nella Regione Lazio) e una serie di obiettivi in parte nuovi rispetto a quelli evidenziati nel passato.

La struttura del piano è suddivisa in diverse parti. La prima parte contiene tutti i dati che erano già stati presentati nell'analisi preliminare e che sono stati condivisi anche con altri settori. La seconda parte viene esaminata attraverso delle slide, poiché il piano non è organizzato per aree tematiche, ma per aree definite dal Nomenclatore Regionale. Questo approccio non segue la tipologia di utenza, ma la tipologia della prestazione, rendendo difficile trovare informazioni specifiche relative ai servizi, come quelli per la disabilità.

Si riporta un estratto del Piano presente a pagina 5 per una panoramica introduttiva sugli stati di bisogno e gli ambiti di miglioramento del servizio:

Il Distretto registra al 31/12/2022 una popolazione di 175.897 abitanti di cui più del 70% nel capoluogo, ove la densità è 460,05 (distrettuale 287,74); la media stimata di componenti per famiglia è 2,33. La popolazione dal 2002 è aumentata del 18,04% (Sermoneta +50,44% e Norma unico Comune con -4,03% (Lazio +11,17%, Italia +2,92%)). L’Indice di vecchiaia è 157,48 (Lazio 183,98, Italia 193,10); gli over 65 sono il 20,88% (Lazio 23,09%, Italia 24,04%). L’Indice di carico sociale è 53,18 (Lazio 55,4, Italia 57,4). L’Indice di Carico di figli è 19,68 (Lazio 17,3, Italia 17,9). La popolazione straniera è il 9,41% (Lazio 10,8%, Italia 8,5%). L’analisi sociodemografica e i dati sui servizi erogati, raccolti ed analizzati dall’Osservatorio, sono esposti nell’Allegato. Qui si evidenziano sinteticamente considerazioni sui bisogni emergenti e miglioramento dei servizi.

MINORI E FAMIGLIA. L’area si caratterizza per il costante aumento dell’utenza e per la mutevolezza dei bisogni espressi, che impongono un continuo riadeguamento. I servizi sono organizzati e capaci di rispondere alle esigenze nuove ed emergenti, anche grazie alla ormai consolidata esperienza del modello P.I.P.P.I. È necessario proseguire la messa in rete dei servizi, il continuo potenziamento e la facilitazione della conoscenza e dell’accesso.

ANZIANI AUTOSUFFICIENTI. L’invecchiamento della popolazione è fenomeno in crescita e gli anziani necessitano di supporto alla socializzazione ed alla partecipazione alle attività di comunità. Sono 15 i centri anziani che insistono sul territorio e, soprattutto nel capoluogo, è fortemente attivo e strutturato un privato sociale che garantisce la copertura dei bisogni specifici. Occorre consolidare la rete di attori e promuoverne le attività.

NON AUTOSUFFICIENZA (ANZIANI E DISABILI). L’utenza ed i servizi richiesti, riconducibili alle macroaree “non autosufficienza grave” e “non autosufficienza gravissima”, sono in aumento e si ritiene vi possa essere ancora un bisogno sommerso. Sono stati potenziati il PUA Distrettuale ed i Comunali e sono due le UVM distrettuali. Il processo di valutazione del bisogno prevede l’elaborazione del piano individualizzato tenendo a riferimento il budget di salute per la definizione qualitativa e quantitativa delle risorse economiche e professionali necessarie per innescare il processo volto a restituire centralità alla persona. Fondamentale proseguire l’azione di coinvolgimento del TS, che vede già attiva nell’UVM l’Agenzia per la Vita Indipendente. Si prevede riorganizzazione dei servizi di assistenza domiciliare, potenziamento del caregiver familiare, completa attuazione del sistema di accreditamento e del “registro delle assistenti alla persona”, piena implementazione del protocollo dimissioni protette.

POVERTA’. Si intende portare a regime un sistema efficace di presa in carico con un incremento dell’attività di segretariato sociale e con un servizio sociale professionale dedicato, nonché un potenziamento del personale per Pronto Intervento Sociale, Centro Servizi, Unità di Strada, CAN ed Emergenza freddo. Per il target povertà estrema e senza dimora si intende avviare una modalità di sostegno strutturata ed orientata alla presa in carico globale della persona, sostenendo percorsi di autonomia e autosufficienza lavorativa, abitativa e socio-relazionale. Va ridefinito e potenziato l’aspetto “infrastrutturale”, ossia in riferimento al diritto alla casa.

DISAGIO ADULTI. In aumento perfino tra i giovanissimi, abusi e dipendenze anche comportamentali ed il c.d. doping da lavoro. Focalizzando l’attenzione sulla prevenzione e la presa in carico, è necessario riprendere l’attività informativa di sensibilizzazione, incrementare assistenza domiciliare e socioeducativa, rafforzare attività consultoriale sul disagio emotivo relazionale e socioeconomico in collegamento con il CSM, sensibilizzare e formare il personale scolastico.

DONNE VITTIME DI VIOLENZA. L’area vanta esperienza trentennale di interventi e di partenariato pubblico-privato con l’attuale presenza di un Centro di ascolto in ogni Comune, una Casa rifugio, una Casa di proseguimento e protocolli tra i Servizi e il Centro Donna Lilith; si sta lavorando alla Casa di Pronto intervento. Occorre agire per attivare i protocolli con le Forze dell’ordine, potenziare il rapporto con il privato sociale e agire sulla presa in carico anche degli uomini autori di violenza, target sul quale sono già in atto interventi di formazione specialistica per operatori.

IMMIGRATI E NOMADI. La presenza è in crescita costante, di diverse tipologie e bisogni. I braccianti agricoli, soprattutto stagionali, preda del caporalato, spesso senza dimora per difficoltà di reperimento o scelta di economia; le donne dell’est sono principalmente occupate come badanti. La seconda generazione ha difficoltà di integrazione e di identità culturale. In aumento le denunce di violenza da parte di donne indiane. Note le problematiche dei ROM di Al-Kharama: disoccupazione, illegalità, evasione scolastica, ecc. Da potenziare gli attuali servizi e sostegni: economici, abitazione e lavoro, supporto a famiglia e minori, psichiatria specifica.

Discussione:

Nel documento, sono presenti sia i dati relativi all’utenza, sia le informazioni sul budget assegnato a ciascun servizio. Si elencano i vari servizi dell’Ufficio di Piano:

  • Povertà Disagio Adulti,
  • Famiglia e Minori,
  • Donne e Minori Vittime di Violenza,
  • Azioni di Sistema,
  • Servizio di Accesso.

Questi sono tutti servizi presenti nel nostro territorio. Per quanto riguarda i Servizi di Accesso, rivolti alla popolazione generale, che comprendono il Segretariato Sociale, il Servizio Sociale Professionale e il PUA (Punto Unico di Accesso), è stato attivato un servizio di emergenza gestito da un'apposita équipe. Una novità importante è l'integrazione del personale sanitario nel PUA. L'ASL ha messo a disposizione due assistenti sociali e un infermiere. Questo rappresenta un significativo miglioramento, poiché negli altri PUA non è presente la componente sanitaria. L'infermiere è stato assegnato grazie a una riorganizzazione interna. Per maggiori dettagli, si rimanda alla pagina 76 del documento:

“Il PUA, a gestione distrettuale, svolge la sua attività con riferimento a quanto stabilito dall’art 56 della L.R. n.11/2016 ed è finalizzato a favorire l’accesso della persona alle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie con continuità assistenziale. Il servizio opera in stretta collaborazione e interconnessione con la rete dei servizi sociali e sanitari. Il Punto Unico di Accesso è organizzato secondo un modello delineato nel Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Distretto Sociosanitario Latina 2 e l’Azienda ASL/Latina. Nello specifico, nel Distretto Sociosanitario Latina 2, il servizio è presente nell’intero territorio distrettuale con la sede centrale PUA D, sita presso il Comune di Latina nei locali del Distretto Sociosanitario Sanitario dove vengono svolte sia attività di front-office che di back-office, e le sedi periferiche PUA C site nei Comuni del Distretto Sociosanitario presso i P.A.S.S. (Punti di Accesso Segretariato Sociale), dove vengono svolte solo attività di front-office. Le risorse umane impiegate nel PUA D sono 10, messe a disposizione sia dalla parte sociale: 3 assistenti sociali e 1 operatore informativo e 1 amministrativo; che sanitaria: 1 medico, 1 infermiere e 2 assistente sociali e 1 amministrativo. Nei PUA C le attività vengono svolte dal personale del Segretariato Sociale. Le attività del Servizio Punto Unico di Accesso che si vogliono garantire sul territorio distrettuale sono: - consulenza, informazione, orientamento, indirizzo e indicazioni sui servizi sociali e sociosanitari presenti nel territorio e sulle relative modalità di accesso; - ascolto, analisi, decodifica del bisogno; - raccolta e prima istruttoria di tutte le richieste di assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale a gestione integrata e compartecipata anche mediante l'utilizzo di appositi strumenti di documentazione e valutazione per i singoli casi. …”

Per quanto riguarda “Famiglia e Minori come si evince dalla slide esplicativa abbiamo i seguenti servizi:

  • Servizio Sociale Professionale minori e famiglie;
  • Assistenza domiciliare socioeducativa;
  • Contributi economici per l’affidamento;
  • Prevenzione dell'allontanamento familiare (P.I.P.P.I.);
  • Centri per le famiglie;
  • Servizio di mediazione familiare;
  • Assistenza economica spettro autismo.

Le schede progettuali all’interno del piano delineano la riorganizzazione del servizio prevista per il 2025. Questa riorganizzazione porterà alla creazione di due grandi blocchi: il primo riguarderà l'intera area del Servizio Sociale Professionale, responsabile della presa in carico degli utenti; il secondo si concentrerà sul Servizio di Sostegno alla Genitorialità, offrendo supporto per le problematiche scolastiche e altre necessità familiari.

In sintesi, Famiglie e minori:

  • Servizio Sociale Professionale
  • Servizio di mediazione familiare e sostegno alla genitorialità

Questa parte del servizio è un importante punto di riferimento per le attività previste dalla quota servizi del Fondo Povertà. Stiamo lavorando per riallineare i servizi non solo in base alle fonti di finanziamento, ma anche alle richieste dei singoli LEPS (Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali). Inoltre, stiamo sperimentando in modo avanzato il progetto PIPPI, che include contributi per l'affido e le adozioni.

Per quanto riguarda la non autosufficienza, si distingue tra disabilità grave e gravissima. La disabilità grave può essere ulteriormente suddivisa in anziani non autosufficienti a basso bisogno assistenziale e ad alto bisogno assistenziale. Questa suddivisione è rilevante anche in termini di allocazione dei fondi.

La novità più importante riguarda la modalità di erogazione del contributo di cura. Non sarà più possibile erogare il contributo semplicemente sulla base di un'attestazione da parte del caregiver che si prende cura della persona con disabilità o dell’anziano non autosufficiente. Invece, queste risorse dovranno essere utilizzate per l'acquisto di servizi o per l'erogazione di servizi tramite il comune, sia attraverso l'esternalizzazione sia tramite l'assunzione di personale qualificato.

A breve, la Regione invierà una circolare per spiegare le modifiche al sistema di contributi per i caregiver. La motivazione alla base di questo cambiamento è che il contributo deve servire a sostenere attivamente il lavoro di cura svolto dal caregiver, non come sostegno economico generico, ma come supporto diretto per facilitare il suo compito. L'obiettivo è permettere ai caregiver di avere più tempo libero e la possibilità di organizzare la loro vita in modo diverso.

In passato, il contributo era fornito direttamente alla persona che rimaneva il principale soggetto di cura, diventando spesso un sostegno al reddito. Tuttavia, questo limitava le possibilità del caregiver, spesso donne, che fossero genitori o figli, di cercare un lavoro a tempo pieno o di fare scelte diverse per la propria vita.

L'impatto di questo cambiamento sarà considerevole per gli utenti. Il principio alla base è che la cura non deve rimanere esclusivamente all'interno delle famiglie, come è stato spesso concepito in Italia, ma deve diventare una responsabilità collettiva, rispettando la dignità sia di chi cura sia di chi è curato.

Attualmente, le risorse disponibili per la disabilità grave e gravissima non riescono più a soddisfare l'alta domanda. Per la disabilità grave, intendiamo ridurre la lista d'attesa, mentre per la disabilità gravissima non abbiamo spazio per avanzare nelle graduatorie. Stiamo vivendo un momento particolare: il fabbisogno continua a crescere, ma le assegnazioni di fondi stanno diventando insufficienti rispetto al passato, quando avevamo risorse economiche più ampie.

Piano per l'Autismo

Il servizio sta lavorando alla realizzazione del piano per l’autismo, seguendo la programmazione già stabilita. L’obiettivo è coordinare le risorse del piano autismo con altre risorse correlate, che attualmente sono limitate. Alcuni interventi sulla disabilità grave, ad esempio, sono inappropriati perché non si tratta di misure assistenziali e richiedono una diversa allocazione delle risorse.

Casa-Famiglia

Una delle novità nel piano è la creazione di una casa-famiglia per persone con disabilità significative. Hanno trovato il finanziamento e incaricato il Comune di Sabaudia di fare da capofila. Il bando è stato pubblicato e stanno esaminando il regolamento. La casa-famiglia ospiterà fino a 8 persone, con priorità ai residenti nel distretto. La retta sarà in parte a carico dei comuni del distretto e in parte a carico degli ospiti, simile a quanto avviene per le RSA.

Servizio Sperimentale di Assistenza Domiciliare

Ad ottobre partirà un servizio sperimentale di assistenza domiciliare per le dimissioni protette, finanziato dal PNRR. Il progetto prevede assistenza domiciliare per persone senza fissa dimora che escono dall’ospedale, garantendo loro un alloggio temporaneo per circa 15 giorni. Successivamente, subentreranno i servizi comunali abituali. Il progetto è finanziato con 300.000 euro dal PNRR e 24.000 euro da fondi regionali, in linea con i LEPS

Dopo di Noi e Vita Indipendente

I servizi sociali stanno affrontando difficoltà nel sostenere i costi relativi ai progetti "Dopo di Noi" e "Vita Indipendente" a causa delle limitate risorse disponibili. Sebbene siano state finanziate le attività per il 2022 e il 2024, non hanno ricevuto finanziamenti per il 2023, esaurendo così le risorse per il 2025. Speriamo in nuove assegnazioni di fondi. Inoltre, il contratto con le cooperative sociali ha un impatto significativo sui costi dei servizi.

Supporto alle Donne Vittime di Violenza

Continua il servizio di supporto alle donne vittime di violenza in collaborazione con il Centro Donna Lilith, che opera da anni nel nostro territorio. Stanno aprendo nuovi sportelli nei comuni di Sermoneta e Sabaudia. Offrendo anche la disponibilità della Casa della Semiautonomia per le donne che escono dal primo step di assistenza.

Povertà e Disagio degli Adulti

Stiamo lavorando intensamente sull'area della povertà e del disagio degli adulti. Abbiamo costituito un tavolo di lavoro partecipato da associazioni rappresentative come Caritas, Croce Rossa, Emergency e i nostri servizi. Abbiamo realizzato una mappatura del territorio, includendo insediamenti spontanei, con dati significativi raccolti insieme a Croce Rossa e Caritas. Questo ci ha permesso di ridefinire il servizio in termini di personale e sicurezza. Il numero di persone che vivono in strada sta aumentando significativamente, e la nostra attuale struttura di risposta non è sufficiente.

Abbiamo una struttura residenziale, il dormitorio invernale, con 30 posti letto che raggiunge il massimo della capienza in inverno, oltre a 60 posti aggiuntivi. Stiamo sperimentando il programma Housing First, ma affrontiamo difficoltà nel reperire abitazioni adeguate. Gli immobili disponibili sono spesso situati in quartieri problematici, rendendo difficile l'implementazione del servizio.

È necessario un servizio di bassa soglia, aperto tutto l'anno, per favorire l'inserimento sociale di persone con dipendenze o problemi psichiatrici. È fondamentale aumentare il personale, attualmente insufficiente per gestire l'accoglienza e il front office per un'utenza in crescita. Abbiamo inserito per la prima volta la Mensa Sociale tra i LEPS. La Caritas attualmente fornisce circa 130.000 pasti l'anno, ma con difficoltà, data la crescente domanda.

Tirocini di Inclusione

Sono pronti i bandi per i Tirocini di Inclusione, rivolti a persone in condizioni di fragilità. Questo progetto, finanziato a livello regionale, è una sperimentazione con nuove fonti di finanziamento.

Situazioni Residenziali

Per quanto riguarda le situazioni residenziali, abbiamo la "Casa di Proseguimento" per le donne vittime di violenza e un progetto di cohousing per giovani pazienti psichiatrici. Recentemente, abbiamo presentato un progetto per un fondo del Ministero, tramite un PON, rivolto alle donne e all'integrazione sociale e scolastica dei minori, affrontando problematiche come quelle del campo Al Karama e le situazioni rom stanziali.

Riorganizzazione e Innovazione

Il documento include una riorganizzazione dell'Ufficio di Piano. Abbiamo sperimentato il Sistema Informativo e l'Osservatorio nella fase precedente e ora ci concentriamo sulla loro concreta realizzazione. Nel biennio precedente, abbiamo raccolto e monitorato i dati. Ora è il momento di istituire formalmente l'Osservatorio e definire le sue funzioni. Con il PNRR, abbiamo anche avviato la supervisione del personale dei servizi sociali, e la gara è stata pubblicata.

Dopo di Noi: Appartamenti e Interventi

Il progetto "Dopo di Noi" prevede la realizzazione di appartamenti e azioni di accompagnamento. A Latina, gli immobili identificati presentavano problemi strutturali e le risorse disponibili non erano sufficienti per le ristrutturazioni. Abbiamo quindi fatto un accordo con il Comune di Sabaudia, che ci ha messo a disposizione il secondo e terzo piano della Casa Domotica (con 6 appartamenti per piano). Stiamo procedendo con gli atti e gli incarichi progettuali. Un progetto non sarà realizzato nella struttura per mancanza di spazio fisico, e stiamo cercando immobili nel settore privato. In caso di esito negativo, dovremo rinunciare al progetto. Siamo in attesa degli esiti progettuali per confermare questa parte.

Progetti di Servizi per Senza Fissa Dimora

Abbiamo presentato un progetto per il centro servizi, che include una stazione di posta, una mensa e un piccolo dormitorio per persone senza fissa dimora. Gli immobili identificati presentano criticità strutturali. L'unico immobile potenzialmente adatto è uno sequestrato, ma richiede una valutazione di vulnerabilità sismica. In caso di esito negativo, cercheremo immobili tramite avvisi pubblici.

Housing First

Anche il progetto Housing First affronta problemi, poiché gli immobili disponibili hanno problemi strutturali insormontabili. Gli appartamenti confiscati individuati a Latina e in altri comuni sono in condizioni di degrado estremo, rendendo impossibile l'inserimento di un servizio senza una bonifica completa. Inoltre, il PNRR richiede una valutazione sismica dell'intero edificio, complicando ulteriormente l'attuazione economica.

Emergenza Abitativa

Questa situazione evidenzia un'emergenza abitativa nel nostro comune. Stiamo procedendo con il PNRR e prevediamo un tavolo di lavoro per ottobre, quando avremo i risultati degli incarichi di progettazione. Attualmente, non ci sono grosse novità.

Sessione di domande e risposte

Domanda

Nel Piano di Zona viene menzionato l'Osservatorio, che era presente anche nel precedente triennio. Quando è stato istituito e chi ne fa parte, considerando il suo ruolo fondamentale di monitoraggio? Ho notato che l'Osservatorio è menzionato sia nel Piano di Zona attuale sia in quello precedente, ma non riesco a trovare dove viene definito. Forse perché il Piano è di difficile consultazione, soprattutto per chi lo consulta per la prima volta e non ha familiarità con la versione precedente. Potrebbe essere che non riesco a individuarlo?

Risposta

È vero che il documento è un file Excel di difficile consultazione, molto diverso dalla versione precedente che si leggeva come un libro. Tuttavia, è l'unico strumento che abbiamo potuto utilizzare. Abbiamo sperimentato il Sistema Informativo e l'Osservatorio nella fase precedente e ora ci concentriamo sulla loro concreta realizzazione. Nel triennio precedente, abbiamo raccolto e monitorato i dati. Ora è il momento di istituire formalmente l'Osservatorio e definire le sue funzioni. Con il PNRR, abbiamo anche avviato la supervisione del personale dei servizi sociali, e la gara è stata pubblicata.


Domanda

Dove si trova, per esempio, la sezione dedicata alla Supervisione?

Risposta

La Supervisione si trova sotto la MACROATTIVITÀ AZIONE DI SISTEMA, che è l'ultima macro attività elencata dopo la MACROATTIVITÀ E. Tra le azioni di sistema, troverete l'Osservatorio, l'Ufficio di Piano e la Supervisione.

Per quanto riguarda l'Osservatorio, la sua realizzazione rappresenta l'obiettivo che si intende perseguire. Per prima cosa era necessario allineare i servizi nella raccolta dei dati; quindi, in questo periodo è stato fatto tutto un lavoro di creazione di supporti informatici per poter fare la raccolta dei dati e come definire come si reperisce il dato quando veniva raccolto per presentarlo in maniera adeguata. È stato svolto un lavoro sul personale ed è stato un lavoro lungo, si è reso necessario fare incontri con tutti i singoli servizi e con tutto il personale raccogliendo da loro le informazioni, rielaborarle e fare la restituzione. Dopo abbiamo costruito il data base dove loro devono inserire il dato. C'è stata una certa resistenza da parte dei singoli operatori perché sono abituate a lavorare con le persone, sono stati inseriti con una iniziale sottovalutazione, successivamente siamo rientrati a più riprese e infine sul 90% dei servizi che abbiamo gestito, sono stati tutti allineati nella raccolta del dato. Alcuni operatori hanno caricato anche il dato precedente, il dato storico, oltre a quello attuale. Questi sono dati reali. Abbiamo i dati del Servizio Povertà che si stanno allineando adesso, prima avevamo informazioni del tipo tante o poche persone per strada, che non dicono nulla, come anche solo un’indicazione numerica che deve essere correlata da altre informazioni tipo la provenienza etc… Concludendo nel 2024 abbiamo operato anche l'allineamento degli altri servizi. Per quanto riguarda i servizi che noi eroghiamo come interventi singoli, per esempio la disabilità grave, anche qui ci sono delle novità perché la regione ci chiede un dato che è di dettaglio: l'età, la patologia, e anche su questo dobbiamo allinearci. Nel corso di questo triennio dobbiamo poi fare l'istituzione dell'Osservatorio e quindi dobbiamo individuare il regolamento, le funzioni, chi ne fa parte ...ad oggi è stata fatta solo l'attività preliminare per la raccolta dei dati.


Domanda

In merito al contributo di cura, si è parlato di toglierlo a chi lo ha per darlo a quelli che sono in lista d'attesa.

Risposta

Oggi nella disabilità gravissima, il contributo di cura rappresenta il 90% della spesa rispetto all'assegno di cura. Le famiglie preferiscono individuare una persona che fa da caregiver per prendere i 700 euro mensili a fronte di una mera attestazione mensile di aver assistito la persona con disabilità.  Non funzionerà più così, per avere il contributo bisognerà assumere una persona, come funziona il bando e-family, più o meno per permettere alla persona di non perdere gli spazi propri anche in vista dell'avanzare del tempo. Come già funziona per l'e-family, anche per la disabilità gravissima si avrà la possibilità di assumere direttamente una persona con un contratto regolare con busta paga, contributi, ecc. o farsi dare il servizio da un elenco di cooperative selezionate, oppure faremo una procedura di gara ....  per chi ci richiederà che il servizio venga erogato direttamente da voi.


Domanda

è possibile il ricorso da parte della famiglia di una figura professionale privata?

 Risposta

La disabilità gravissima prevede interventi di carattere assistenziale. Se io percepisco l'assegno di cura e con quello ci pago le terapie dallo psicologo, oggi lo posso fare perché è sufficiente un'attestazione che io mi prendo cura della persona con disabilità. Ora lo posso fare, d'ora in poi per avere il contributo devo presentare un contratto di lavoro e quell'intervento deve anche essere pertinente e l’intervento, per esempio, dello psicologo di prima non lo è. Cambia tutto, cambia la modalità di gestione, aspettiamo comunque la circolare della Regione. Sarà come e-family e non cambia nulla nel quantum, ma cambierà nella modalità di spesa. Potrebbe essere anche possibile unire i due contributi e-family e disabilità gravissima per aumentare le ore relative alle persone già assunte con e-family.


Domanda

Per quanto riguarda l'inserimento lavorativo, sarà fatto un bando?

Risposta

Si, verrà fatto un bando rivolto alle associazioni così come richiesto dalla Regione. Le associazioni partecipano e fanno tutta l'attività. I fondi sono regionali e il bando è distrettuale.


Domanda

Nel piano di zona si legge a pagina 4, Tenuto conto del recente aggiornamento al CCNL cooperative sociali che ha comportato consistenti aumenti progressivi ai costi della risorse umane, nei nuovi affidamenti dei servizi/interventi per il periodo oggetto del piano, l'Ufficio di Piano dovrà modulare la progettazione e la ri-progettazione delle schede economiche e di composizione dell'organico dei servizi, fermo restando gli importi dei vari trasferimenti, cercando di ricreare un nuovo equilibrio finanziario e al contempo limitando l'incidenza negativa sulla qualità dei servizi e numero e tipologia di risorse umane coinvolte. Si evidenzia altresì che il presente Piano è fortemente influenzato dalla disponibilità fino a marzo 2026 dei finanziamenti del PNRR, nonché dall'utilizzo della QSFP (Quota Servizi Fondo Povertà) alla luce delle recenti variazioni apportate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) rispetto all'utenza destinataria e ai servizi attivabili. La programmazione proposta pertanto potrà essere rispettata e garantita ad invarianza delle condizioni di impiego della QSFP e soprattutto se si potrà contare sulla compartecipazione puntuale e precisa da parte dei Comuni del distretto ai servizi, con particolare riguardo a quelli destinati all'area povertà. Qualora ciò non si realizzasse, i servizi previsti saranno ridimensionati e rivisti nella loro composizione programmatoria al fine di garantire equilibrio economico-finanziario e sostenibilità della spesa.”

Quali sono i servizi che rischiano di essere ridimensionati?

Risposta

Per il lavoro che stiamo facendo nessun servizio rischia di essere ridimensionato perché stiamo cercando di mantenere tutto in piedi. È chiaro che l'assetto che voi vedete nel Piano di zona è l'assetto ottimale. La norma regionale chiarisce una aspetto molto preciso, ossia la copertura economica dei servizi è a carico dei comuni, i finanziamenti regionali e statali hanno carattere accessorio. In altre regioni (per esempio la Puglia) sono previste delle quote di compartecipazione. La regione Lazio questa compartecipazione non l'ha mai definita, però ad oggi la situazione è tale che sostanzialmente se io devo garantire non solo tutti i servizi esternalizzati, ma anche tutti gli interventi alle persone singole ho bisogno della compartecipazione. Cioè, se prima avevo dei fondi indistinti e per esempio li potevo usare per la vita indipendente, adesso questi fondi indistinti li devo usare per tante cose e se vado a parametrare ho un numero di risorse minori rispetto a prima, cioè tutto si può fare, tutto si può mantenere ma bisogna fare delle scelte di compartecipazione. Se non si faranno scelte di compartecipazione, noi potremo erogare fino alla capienza di quello che abbiamo, fermo restando che stiamo lavorando per mantenere lo stato attuale.


Domanda

Come per esempio la CAA?

Risposta

Tutto quello che riguarda la scuola, integrazione scolastica non rientra nel sociale ma rientra nella Pubblica Istruzione e quindi la domanda si deve fare a quei tavoli.


Domanda

In merito al Servizio di Segretariato Sociale che girava con il Pulmino?

Risposta

È stato tolto perché durante la sperimentazione ci sono stati accessi molto bassi.


Domanda

Ho letto il riferimento ai tirocini di inclusione pari a 4 mesi, in merito all'individuazione di tale tempistica quali sono i parametri di riferimento, considerando che stiamo parlando di persone con fragilità dove il tempo ideale dovrebbe essere almeno 1 anno?

Risposta

È un progetto sperimentale che nasce dal Ministero degli Interni e la presidenza del Consiglio, ripartiscono ogni anno sugli enti del terzo settore quindi APS e ODV dei fondi dedicati a loro, da due anni a questa parte hanno deciso di ripartire questi fondi per attività di valore sociale. La Regione Lazio ha preso i fondi da ripartire su questi soggetti e ha deciso che per lei il valore sociale derivasse dalla realizzazione di progetti di inclusione sociale verso le persone fragili. Il budget era di un 1.800.000 euro e sono stati ripartiti tra i vari distretti, il 50% in quota parte uguale, il 50% in riferimento alla popolazione e in base a queste ripartizioni hanno trovato l'alchimia, un compromesso per individuare la durata e le persone. In particolare, in questa sperimentazione, su Latina ci saranno 17 persone per 4 mesi. È un progetto sperimentale su cui poi la Regione potrebbe decidere di continuare il finanziamento, se dal distretto si avrà un riscontro positivo. Ci sono distretti che hanno già confermato alla Regione che non spenderanno questi soldi, alcuni distretti hanno scelto di aumentare il numero delle persone a 30 ma riducendo la durata a soli due mesi. Il nostro distretto è stato bravo perché ha previsto almeno 4 mesi e ha trovato questo compromesso.


Domanda

Si parla sempre in termini di progetto sperimentale di implementare l'integrazione con l'assistenza sanitaria. Con Fish Latina stiamo seguendo il progetto di implementazione della UOC Disabili Adulti da circa un triennio. A che punto siamo?

Risposta

Purtroppo, la Dott.ssa Carrera non ha potuto essere presente. Con la Dott.ssa Carrera dell'azienda ASL abbiamo in corso due tipi di situazioni. Da una parte c'è l'accordo di programma che promuoveva l’integrazione socio sanitaria, prevedeva di mettere insieme budget sociale, distrettuale ecc.  Poi è stata fatta una valutazione per capire quali risorse avrebbe messo il Comune e capire quali risorse avrebbe messo l'ASL. Per il Comune è più semplice perché è facilmente individuabile l’ambito territoriale, quando l'ASL pubblica una gara di assistenza domiciliare infermieristica, non viene fatta sul singolo distretto ma su tutta l'azienda. Loro hanno fondamentalmente i riferimenti di un bilancio aziendale e non distrettuale. In più ci sono dei servizi come, ad esempio, la psichiatria e la neuropsichiatria che sono dipartimentali e non hanno come riferimento il distretto sanitario.  Cioè, esulano dal perimetro distrettuale e sono collocati sotto la Direzione Generale e riguardano tutta la ASL. Allo stato attuale mancano alcuni aspetti che sono fondamentali. Se l'obiettivo è mettere il budget in comune è necessario avere certezza negli stanziamenti che fa ognuno sia il Comune che ASL, per esempio, per l'assistenza sanitaria infermieristica su questo distretto. Fino a prima del Covid c'era quindi una data situazione, poi con il Covid c'è stato uno stallo. Subito dopo la pandemia si è iniziato a parlare della nascita delle Case di Comunità con il PNRR, ad un certo punto hanno messo in dubbio anche la nascita delle Case di Comunità. C'è grande confusione e il Comune di Latina in merito a questa integrazione preferisce avere una posizione molto cauta. Si tratta di fare un'integrazione a livello macro che non riguarda solo la UOC disabili ma tante cose messe assieme. Quello su cui stiamo lavorando è l'accordo di programma che ci chiede il Piano per la non autosufficienza che, se non licenziamo in questo Piano di Zona, lo licenzieremo nel corso di fine anno. Questo Piano di Non Autosufficienza ci chiede di fare un accordo di programma con l'azienda ASL per tutte quelle materie che rientrano nella non autosufficienza e che hanno un grosso livello di integrazione. Ovviamente il problema della UOC che non è ancora stata implementata rappresenterà un problema anche per noi, soprattutto per la parte che concerne l'Unità Valutativa, siccome ci sono dei meccanismi che si stanno affinando molto, ad un certo punto, così come siamo arrivati a dama sulla parte che riguarda le dimissioni ospedaliere e tutta una serie di cose, gradualmente ci riusciremo. Per esempio, al tavolo della povertà sta partecipando anche il dipartimento di salute mentale e questo è un grandissimo risultato. Stiamo sperimentando la creazione di sotto-tavoli più operativi dove si discute di cose più concrete rispetto ai tavoli di programmazione e partecipazione. A settembre faremo dei tavoli sulla disabilità, sull'area minori e faremo una ricognizione più precisa e l'interlocuzione con l'ASL sarà più pratica su questi aspetti. L'area dell'integrazione socio sanitaria è un'area estremamente particolare sulla quale ci stiamo lavorando, anche sulle dimissioni protette per esempio, e stiamo costruendo le fondamenta per il futuro accordo di programma, ma il discorso è complesso proprio per l'organizzazione della sanità, per quella che è la situazione attuale delle risorse, c’è carenza di tutto, posti, medici, situazione di emergenza importante. Ora è presente un Commissario, in attesa di nomina del nuovo direttore.


Domanda

Quindi non verrà esplicitata in questo piano l'integrazione?

Risposta

Il Piano di Zona è fondamentalmente a livello macro, deve esporre gli obiettivi, nel caso del Lazio è già particolare perché prevede anche le sfide progettuali. È come un Piano Regolatore. Declinare tutto al suo interno porterebbe alla determinazione di uno strumento rigido. Rimane il limite all’integrazione presente da decenni nel bilancio dell'ASL dove i budget ai distretti non sono stati mai assegnati dal bilancio aziendale. È una pianificazione di un futuro triennio e non c'è il raccordo con il precedente, perché è concepito come un Piano Regolatore. Sul precedente Piano era la Regione che fa i monitoraggi. Se non spendiamo la Regione ci toglie le risorse e quello che spendiamo lo dobbiamo spendere in linea con i pagamenti che la Regione ci invia.


Domanda

Per quello che non è stato speso?

Risposta

Funziona in questo modo. Tu hai le assegnazioni se non li spendi la volta successiva la nuova assegnazione sarà livellata sulla spesa effettiva rendicontata. Ma noi non abbiamo questo problema, perché spendiamo sempre tutto.


Domanda

Per il fondo 0-12, ossia le misure di sostegno alle famiglie di minori nello spettro autistico fino al dodicesimo anno di età, che problematica c'è?

Risposta

Sul Fondo 0-12 abbiamo questo tipo di problema, ossia le famiglie fanno la domanda ma quando rendicontano, la loro rendicontazione non è conforme a quello che richiede la Regione, nel senso che il bando richiede un operatore che sia iscritto nell'apposito registro. Gli operatori vengono inizialmente esclusi, poi la Regione invita a procedere all'iscrizione, e successivamente si riprendono fondi perché si possono dare anche a quelli che si sono appena iscritti, in questo caso non c'è certezza della norma. Questi soldi quindi non si riescono a spendere totalmente, ho chiesto alla Regione di poterli spendere per la disabilità grave e dove se ne hanno bisogno, ha risposto di no e se non vengono utilizzate per quello scopo specifico devono essere rimessi in gioco. Dobbiamo rifare il bando, fino adesso abbiamo fatto scorrere la graduatoria in funzione delle risorse disponibili.


Domanda

Se facciamo incontri come Fish Latina e ASL per UOC Disabili adulti all'interno della UOC Fragilità e vi invitiamo sarebbe possibile per voi partecipare?

Risposta

Non siamo mai stati invitati, ma se siamo invitati certamente partecipiamo ai tavoli.

Grazie a tutti da LatinAutismo e AIPD sezione di Latina